Uomini e Profeti. Domande . 'Figure del morire nel cinema e nella fotografia '
Cultura
Mentre da un lato scenari di guerra ci inducono a guardare alla tragedia della morte provocata dai conflitti armati e di potere, dall'altra la vita quotidiana di ciascuno è inevitabilmente costretta a fare i conti con la morte delle persone che ci stanno accanto. L'essere umano è l'unico animale capace di pensare la morte, ma è anche l'unico animale capace di dimenticare la propria. E talvolta anche di desiderarla. Il film di Alejandro Amenábar Mare dentro ci dà l'occasione di riflettere sull'amore per la vita e sul desiderio della morte, cui conflitti etici che oppongono talvolta il singolo alla comunità. Ne parliamo con Remo Bodei, che riflette anche sulle differenze tra l'attesa "religiosa" e quella "secolarizzata" della morte, e con il fotografo Giovanni Chiaramonte, che analizza per noi tre raffigurazioni del morire: La vecchia di Giorgione, La testa di Medusa di Caravaggio e la fotografia "La pozza formata dalla marea" scattata nel 1945 da Edward Weston.
Segnalazioni:
Robert Adams, La bellezza in fotografia, Bollati Boringhieri
Wim Wenders, Una volta,, Socrates
Thomas Merton, Scrivere e` pensare, vivere, pregare, Garzanti
Michael W. Higgings, Sangue eretico, Garzanti
Miklos Radnoti, Poesie, Bulzoni
Mare dentro, mare dentro, senza peso nel fondo, dove si avvera il sogno due volontà fanno vero un desiderio nell'incontro, il tuo sguardo il mio sguardo, come un eco che ripete senza parole: più dentro, più dentro fino al di là del tutto, attraverso il sangue e il midollo. Però sempre mi sveglio e sempre voglio essere morto per restare con la mia bocca sempre preso nella rete dei tuoi capelli.
Ramon Sampedro (dal film Mare dentro)
DORMI
Da qualche parte, sai, sempre si uccide,
nel grembo di una valle dalle palpebre chiuse
e sulle alte vette vigilanti:
invano tu per consolarmi dici:
"È lontano!". Lontano?
Shangai o Guernica
sono vicine al mio cuore
come la tua mano tremante
come, lassù, lo scintillante Giove!
No, non guardare il cielo
e nemmeno la terra; dormi!
Nello splendente pulviscolo della Via Lattea
corre veloce la morte
e inargenta le selvagge
ombre che soccombono.
Miklos Radnoti, 1937, Poesie, Bulzoni