Fenomeno antropologico conosciuto sotto tutte le latitudini, il monachesimo cristiano ha assunto, fin dalle origini (verso la metà del IV secolo), una sua fisionomia, che mantiene tutto sommato ancor oggi inalterata. Eppure, non può dirsi un fenomeno fuori dal tempo, perché una dialettica viva tra deserto e mondo è proprio ciò che lo caratterizza. Se la separatezza dai ritmi quotidiani e dal rumore del mondo è necessaria al monaco per realizzare la vita di preghiera, di umiltà, di dedizione che si è prefisso, il rapporto alla vita attiva, l'attenzione agli altri, la relazione con l'esterno è altrettanto costitutiva della dimensione monastica. Con Enzo Bianchi, fondatore della Comunità di Bose, iniziamo oggi una serie di trasmissioni sulle antitesi della vita monastica, attraverso la storia e le esperienze dirette: Libertà e obbedienza, solitudine e comunità, preghiera e lavoro, tentazioni e profezia. A un santo abba fu domandato: Chi è il monaco? L'anziano non rispose nulla. Ma, toltosi l'abito, lo calpestó. Bibliografia Detti editi e inediti dei Padri del deserto, a cura di Sabino Chialà e Lisa Cremaschi, Edizioni Qiqajon 2002