Uomini e Profeti 2003-2004

Uomini e Profeti. 'Letture'. 'Pirqé Avot. I Detti dei Padri' con Paolo De Benedetti - 4a e ultima puntata. 'Un albero con molte radici'

  • Andato in onda:11/11/2004
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Uomini e Profeti. 'Letture'. 'Pirqé Avot. I Detti dei Padri' con Paolo De Benedetti - 4a e ultima puntata. 'Un albero con molte radici'

Un ponte ininterrotto tra le radici antiche racchiuse nella Torà e le forme moderne di pensiero e di esistenza dell'ebraismo sembrano essere questi Detti dei Padri, di cui Paolo De Benedetti ci svela i segreti racchiusi nelle singole parole. Perché si dice che "la tradizione è una siepe alla Torà"? Che rapporto c'è tra il "timore del peccato" e la "sapienza"? Che cosa significa che "la ricompensa di un precetto è un precetto"? E qual è, tradizionalmente, l'uso liturgico dei Pirqé Avot? Paolo De Benedetti, che sembra provenire dalla tradizione della sapienza farisaica, racconta anche il valore che personalmente attribuisce a questi testi Segnalazioni: Detti di rabbini, a cura di Alberto Mello, Edizioni Qiqajon, (fuori catalogo). Pirqè Avot, a cura di Joseph Colombo, Fara Editore 1995 Pirkè Avòt. Lezioni dei Padri, con il commento "Maghèn Avòt" di Rav D.Z.S. Segre di Vercelli (sec. XIX) e le annotazioni "Shalmè Banìm" di Rav A.M. Somekh, Editore Morashà, Milano 1996 Rav Bakhor, Massime dei padri, Edizioni DLI, Milano 1998 Aqavjà ben Mahalal'el dice: Rifletti a tre cose e non incorrerai nella trasgressione. Sappi donde sei venuto e dove vai, e davanti a chi dovrai rendere conto in giudizio. Donde sei venuto? Da una putrida goccia. Dove vai? In un luogo di polvere, vermi e marciume. E davanti a chi dovrai rendere conto in giudizio? Davanti al Re dei re, il Santo - sia benedetto - Dieci cose furono create la vigilia del sabato, tra le due luci, e sono: la bocca della terra, la bocca del pozzo, la bocca dell'asina, l'arcobaleno, la manna, il bastone, lo shamir, le lettere, la scrittura e le tavole. Alcuni dicono: Anche i demoni, la sepoltura di Mosè e l'ariete di Abramo nostro padre. Altri dicono: Anche le tenaglie non fabbricate con tenaglie. In sette cose un uomo intelligente si distingue da uno stupido. L'intelligente non parla dinanzi a chi è più grande di lui in sapienza. Non interrompe il discorso di un altro. Non si affretta a rispondere. Fa domande pertinenti, e risponde in maniera appropriata. Dice all'inizio ciò che va detto all'inizio, e alla fine ciò che va detto alla fine. Di ciò che non ha mai udito, dice: Non l'ho mai udito. È disposto a riconoscere la verità, per lo stupido è tutto il contrario.

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