Uomini e Profeti 2003-2004

Domande. 'Raffigurazioni della fede'

  • Andato in onda:30/04/2004
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Domande. 'Raffigurazioni della fede'

Un Giobbe che apre alla speranza, quello che Luigi Dallapiccola mise in scena nel 1950, fortemente innovativo rispetto alla lettura teologica che ne avevano fatto i secoli cristiani, anche se oggi qualche obiezione si potrebbe fare dal punto di vista esegetico. Ma l'elemento di assoluto valore, come ci fa notare Mario Ruffini, il maggior specialista di Dallapiccola in Italia, è che attraverso la musica dodecafonica i difficili contenuti teologici del libro biblico sono messi in risalto in tutta la loro drammaticità. Dall'opera, al cinema. Con due film. Il primo è Luther di Eric Till con Joseph Fiennes, Peter Ustinov e Bruno Ganz, in cui per la prima volta Martin Lutero viene presentato come un personaggio positivo, e che soprattutto in Italia servirà a rendere più accessibile il grande teologo tedesco. Il secondo è Du weisst, Jesus (trad. It. "Caro Gesù"), di un interessante regista austriaco, Ulrich Seidl. Il film, ambientato in Austria, rende visibile l'intima preghiera - tra il drammatico e l'ingenuo - di alcuni fedeli. L'impressione è che le preghiere siano flussi di coscienza monologanti piuttosto che veri dialoghi con il Signore. Nell'oro mai riposi la speranza, e Sole o Luna mai non adorai. Perché gli empi continuano essi a vivere forti, felici sino alla vecchiaia? Cantano, danzano al suono dei cimbali, e la mano di Dio non li tocca. (Job di Luigi Dallapiccola) Bibliografia Mario Ruffini, L'opera di Luigi Dallapiccola. Catalogo Ragionato, Ed. Suvini Zerboni, Milano 2002 Mario Ruffini, Il poema del pessimismo e della rivolta. Job e la spiritualita` di Luigi Dallapiccola, in Teatro Massimo Bellini, Stagione Lirica 2004, "Il prigioniero/Job", pp.55-111 Collana "Lutero - Opere scelte", Claudiana editrice

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