Ogni pratica religiosa produce un campo di diritti che gli Stati moderni sono tenuti a tutelare: ma come far sì che questa tutela non si trasformi in privilegio per alcuni e oppressione per altri? E come far sì che gli individui, e le istituzioni religiose, accettino il principio di non interferire nella laicità di uno Stato, che deve essere garante della libertà religiosa di tutti? Ne parliamo con lo studioso di diritto canonico, e ex presidente della Corte Costituzionale, Cesare Mirabelli, e Samir Khalil Samir, geguita egiziano, studioso di cultura arabo cristiana. Entrambi presenti a un convegno svoltosi recentemente a Torino, organizzato dal "World Political Forum", l'organismo etico-politico voluto da Michail Gorbaciov, si esprimono sul rapporto tra religioni, fondamentalismi, laicità, politica. Cesare Mirabelli interviene anche sulla questione dell'8 per mille, e sulle sue implicazioni per le varie comunità religiose presenti in Italia. Sullo stesso tema, intervengono anche i rappresentati di due comunità - quella dell'Unione Buddhisti Italiani e quella dei Testimoni di Geova - che ancora non sono riuscite a portare a termine l'Intesa con lo Stato italiano: Daniele Gabrielli, rappresentante della Congregazione Cattolica dei Testimoni di Geova, e Leopoldo Sentinelli, vice presidente dell'Unione Buddisti Italiani, intervistati da Loredana Rotundo.