Ci chiediamo se le parole della fede, per esempio quella cristiana, sono destinate a rimanere parole del continente privilegiato, il nostro Occidente, o possono essere parole che permettono a noi privilegiati di parlare a loro, gli ultimi, di ascoltarli e soprattutto di farli ascoltare. E' quello che cercheremo di capire oggi con i nostri due ospiti che incarnano i due punti di vista, quello occidentale e quello africano. Giulio Albanese, missionario comboniano che conosce bene l'Africa e gli africani, e' uno dei privilegiati che e' riuscito a mettersi in contatto con i dimenticati dall'Occidente, vivendo e lavorando con loro, sia con il suo messaggio cristiano che con il suo impegno di giornalista. (Albanese ha dato vita ad un'agenzia di stampa missionaria, MISNA - Missionary Service News Agency - www.misna.org. - dove si produce informazione libera, che e' ricerca di verita', perché non asservita ad alcun potere politico o mediatico). Leopold Nimenya e' un giovane seminarista originario del Burundi. Gli studi di teologia che lo hanno portato in Italia gli permetteranno di tornare nel suo paese con qualche strumento in più per il suo impegno per la rinascita dell'Africa. ...e il cuore di chi ama l'Africa grida basta, ma ecco emergere dalla pesante coltre dell'indifferenza, ecco fermarsi ai bordi del baratro nuovi popoli che gettano ponti e insieme camminano verso l'aurora per inventare un nuovo giorno e ridare alla notte la gioia di concedere sonni e sogni d'amore. (Suor Elisa Kidane') Segnalazioni Giulio Albanese, Il mondo capovolto, i missionari e l'informazione, Einaudi